Astrid Lindgren

Astrid Lindgren

La scrittrice ribelle e il suo sguardo neurodivergente sul mondo

Astrid Lindgren, autrice di Pippi Calzelunghe e di molte altre storie che hanno rivoluzionato la letteratura per l’infanzia, è stata una figura anticonformista e visionaria.

La scrittura di Astrid Lindgren ha dato voce a personaggi fuori dagli schemi, liberi e indipendenti, spesso in contrasto con le rigide norme sociali del suo tempo.

Ma cosa rendeva Astrid Lindgren così unica nel suo modo di raccontare il mondo dell’infanzia?

Oggi, molti studiosi e lettori si interrogano sulla possibilità che Astrid Lindgren fosse neurodivergente o che avesse una profonda comprensione delle esperienze di chi lo è. Anche se non esistono diagnosi ufficiali, i suoi scritti e il suo approccio alla vita rivelano un’attenzione particolare verso temi che risuonano con le caratteristiche dell’ADHD, dell’autismo e della plusdotazione.

Un’infanzia ribelle e creativa

Astrid Lindgren nacque nel 1907 in una fattoria svedese, crescendo in un ambiente libero e immerso nella natura. Fin da piccola, si distinse per la sua fantasia sfrenata e per il suo rifiuto delle regole imposte dagli adulti.

Questo spirito ribelle si riflette nei suoi personaggi, in particolare Pippi Calzelunghe: una bambina straordinariamente indipendente, impulsiva, dotata di una logica tutta sua e di una creatività incontenibile.

Pippi è spesso interpretata come un esempio di bambino con ADHD: ha difficoltà a seguire le regole, è iperattiva, piena di idee geniali ma anche imprevedibile, incapace di stare ferma e di rispettare l’autorità. Il suo mondo è fatto di avventure, sfide e invenzioni, proprio come la mente di una persona con un pensiero divergente.

Ma non è solo Pippi. Molti dei personaggi di Lindgren mostrano tratti che oggi possiamo riconoscere come neurodivergenti: da Emil, che sembra non riuscire a frenare i suoi impulsi, a Ronja, che preferisce la compagnia della natura e degli animali a quella degli esseri umani, fino a Karlsson sul tetto, con la sua eccentricità e il suo modo unico di vedere il mondo.

Un pensiero fuori dagli schemi

Lindgren scriveva con una sensibilità straordinaria verso l’esperienza interiore dei bambini, soprattutto di quelli che si sentivano “diversi“. Nei suoi libri troviamo protagonisti che si muovono in una realtà in cui le regole sociali sembrano rigide e insensate, e dove è necessario trovare strategie creative per sopravvivere.

Questa prospettiva ricorda molto il masking autistico, ovvero lo sforzo di adattarsi a un mondo progettato per la neurotipicità. Astrid stessa sembrava avere un’attenzione particolare per i bambini solitari, quelli che preferivano la compagnia della fantasia a quella degli adulti, quelli che non si conformavano.

Nei suoi diari e nelle sue lettere, traspare una personalità intensa, profondamente emotiva, con momenti di grande iperfocalizzazione sulla scrittura e sulle storie, una caratteristica che si ritrova in molte persone autistiche o plusdotate.

La sua capacità di creare mondi così dettagliati e di dare voce a personaggi con una logica tutta loro potrebbe essere letta come un esempio di pensiero neurodivergente applicato alla narrazione.

Empatia e giustizia sociale

Astrid Lindgren non fu solo una scrittrice, ma anche un’attivista. Si batté per i diritti dei bambini, per la libertà di espressione e per un mondo più giusto. Era molto sensibile alle ingiustizie e al dolore altrui, una caratteristica comune in molte persone neurodivergenti, che spesso provano un’empatia intensa e un forte senso della giustizia.

Nel 1978, il suo discorso alla cerimonia del Premio per la Pace del commercio librario tedesco divenne un manifesto sull’importanza dell’amore e del rispetto per i bambini. Questa capacità di immedesimarsi nei più piccoli, di raccontare il mondo con i loro occhi, dimostra una comprensione profonda della diversità dell’esperienza umana.

Astrid Lindgren e il mondo neurodivergente

Non sapremo mai con certezza se Astrid Lindgren fosse neurodivergente, ma il suo lavoro e la sua visione del mondo parlano a chiunque si sia sentito “fuori posto”, a chiunque abbia cercato modi alternativi per esprimersi e a chiunque abbia trovato rifugio nella propria immaginazione.

Attraverso i suoi libri, ha dato ai bambini neurodivergenti eroi con cui identificarsi: personaggi che non si adattano alle regole, ma le riscrivono.

Ha raccontato l’importanza della libertà di essere se stessi, del diritto di giocare, immaginare e vivere senza conformarsi alle aspettative altrui.

Oggi, nel rileggere le sue storie con una nuova consapevolezza sulla neurodivergenza, possiamo trovare non solo un inno alla creatività e all’indipendenza, ma anche un messaggio potente: essere diversi non è un limite, è una forma di forza.

FAQ

Sì, appartengono allo stesso “cappello” dei disturbi del neurosviluppo, più comunemente chiamato Neurodivergenze.

Se si sospettano più condizioni, consigliamo di svolgere la diagnosi di neurodivergenze che consiste in un percorso appositamente pensato per chi riscontra alcune caratteristiche sia dell’ADHD sia dell’autismo. Scopri come funziona

Sì, è possibile. Scopri come

Come spieghiamo nell’articolo, i test online purtroppo non sono affidabili in quanto non hanno alcuna validità diagnostica. Per scoprire se sei neurodivergente devi rivolgerti a psicodiagnosti esperti in grado di effettuare una diagnosi corretta! Chiedi info qui

FAQ NEURODIVERGENZE

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