Iperfocus

Iperfocus: super potere o ostacolo?

Cosa ci dice la neuroscienza sull’iperfocus?

Tra le caratteristiche più affascinanti dell’ADHD, l’iperfocus si distingue come un fenomeno in grado di catturare completamente l’attenzione di una persona su un’attività specifica, spesso per periodi di tempo prolungati. Sebbene possa sembrare un “potere nascosto”, l’iperfocus è una caratteristica complessa che ha radici profonde nei meccanismi del cervello e può avere sia risvolti positivi sia negativi.

Che cos’è l’iperfocus?

L’iperfocus è uno stato di attenzione intensamente focalizzata che può emergere in persone ADHD quando sono impegnate in un’attività particolarmente stimolante o gratificante. Mentre l’ADHD è spesso associato a difficoltà nel mantenere l’attenzione, l’iperfocus rappresenta l’altro lato della medaglia: un livello di concentrazione talmente elevato da escludere completamente stimoli esterni.

Secondo uno studio condotto da Ashinoff e Abu-Akel (2021), l’iperfocus è caratterizzato da una riduzione della flessibilità cognitiva e da una maggiore attivazione del sistema di ricompensa cerebrale. Questo suggerisce che l’iperfocus non è solo una questione di attenzione, ma un fenomeno strettamente legato alla dopamina, un neurotrasmettitore chiave nel circuito della gratificazione.

Come funziona il cervello durante l’iperfocus?

Il cervello delle persone ADHD presenta caratteristiche uniche, soprattutto a livello della corteccia prefrontale, del sistema limbico e delle connessioni dopaminergiche. Ecco cosa avviene durante gli episodi di iperfocus:

  • Sistema di ricompensa iperattivato: La dopamina, spesso carente nei circuiti dell’ADHD, viene rilasciata in quantità maggiori quando l’attività risulta altamente stimolante. Questo spiega perché l’iperfocus si manifesta principalmente durante attività che la persona trova interessanti o appaganti.
  • Riduzione dell’influenza della corteccia prefrontale: La corteccia prefrontale, responsabile della regolazione dell’attenzione e del controllo esecutivo, sembra perdere parte della sua capacità di modulazione. Questo porta a un’immersione profonda, ma anche alla difficoltà di interrompere volontariamente l’attività.
  • Coinvolgimento dell’insula e della rete in modalità predefinita (DMN): Studi di imaging funzionale, come quelli condotti da Hallowell e Ratey (2019), mostrano che l’iperfocus può essere associato a una disconnessione temporanea dalla rete in modalità predefinita, che è coinvolta nel pensiero auto-riflessivo e nella regolazione dell’attenzione interna, dando luogo al fenomeno del “pilota automatico”.

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Esempi reali di iperfocus

Mauro racconta durante il primo incontro di diagnosi, la sua tendenza a immergersi talmente tanto in un romanzo particolarmente avvincente che lo può portare a perdere completamente la cognizione del tempo, arrivando a leggere per ore senza interruzioni. Sofia riporta episodi di iperfocus durante le sessioni di videogiochi, dove la combinazione di stimoli visivi, sfide immediate e ricompense frequenti attiva intensamente il sistema dopaminergico.

Un caso emblematico è quello di Nina, una giovane programmatrice autistica che, grazie all’iperfocus, è riuscita a completare un intero progetto di coding in una sola notte, dimenticandosi completamente di mangiare o dormire. Un altro esempio riguarda Giorgio, uno studente universitario che, durante la preparazione per un esame, ha passato dieci ore consecutive a studiare un argomento particolarmente interessante, senza accorgersi del passare delle ore.

Iperfocus: vantaggi e svantaggi

L’iperfocus può avere un impatto significativo nella vita quotidiana di chi vive con l’ADHD. Da un lato, può rappresentare un’opportunità per completare compiti complessi o creativi con un livello di dedizione straordinario. Dall’altro, può portare a:

  • Dimenticare i bisogni primari: Durante l’iperfocus, è comune trascurare fame, sete o necessità di riposo.
  • Difficoltà di gestione del tempo: La perdita della percezione del tempo è un aspetto ricorrente, che può causare problemi sul lavoro o nelle relazioni interpersonali.
  • Down del tono dell’umore: Una volta interrotto, l’iperfocus può lasciare un senso di vuoto, specialmente se l’attività era legata a un interesse personale e non a un compito obbligatorio.

Diagnosi ADHD e comprensione dell’iperfocus

Riconoscere l’iperfocus può essere fondamentale per una diagnosi accurata di ADHD. Questo sintomo, spesso sottovalutato, fornisce indizi importanti sul funzionamento cerebrale e comportamentale della persona. L’iperfocus è frequentemente riportato durante le valutazioni cliniche, soprattutto in adulti che cercano una diagnosi di ADHD dopo aver vissuto episodi ricorrenti di concentrazione estrema in alcuni ambiti, seguiti da difficoltà di concentranzione per attività obbligatorie.

La diagnosi di ADHD richiede una valutazione approfondita, che include l’utilizzo di strumenti psicodiagnostici standardizzati e il confronto con le esperienze vissute dal paziente attualmente e in passato. Per chi sperimenta regolarmente l’iperfocus, è consigliabile rivolgersi a professionisti specializzati, che possano esplorare come questo fenomeno si inserisca nel quadro più ampio del disturbo del neurosviluppo.

Cosa fare?

L’iperfocus rappresenta un aspetto unico e complesso dell’ADHD, che ci offre una finestra sul funzionamento del nostro cervello e sui meccanismi che regolano attenzione e gratificazione. Attraverso una maggiore consapevolezza e una diagnosi accurata, è possibile trasformare questo stato di iperconcentrazione in una risorsa, riducendo al contempo i suoi effetti collaterali. Per chi vive l’ADHD, comprendere i meccanismi dietro l’iperfocus può essere il primo passo per gestire meglio la propria mente e il proprio tempo.

Se sospetti di vivere episodi di iperfocus o altri caratteristiche dell’ADHD, il nostro Centro Psicodiagnostico offre diagnosi rapide e approfondite per aiutarti a comprendere meglio il tuo funzionamento cognitivo e comportamentale. Prenota una consulenza oggi stesso!

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