La storia di Nina

La storia di Nina, programmatrice ADHD

La storia seguente riguarda una ragazza che ha scoperto di essere ADHD in età adulta, perchè nessuno si è mai accorto delle sue difficoltà e particolarità che si differenziavano dai suoi coetanei.

 

Nina, 26 anni, ha sempre avuto una passione smisurata per i computer. Fin da bambina, amava smontarli, esplorarne i componenti e cercare di capire come funzionassero. La programmazione è diventata presto la sua grande vocazione, ma c’era sempre qualcosa che la frenava: un senso di caos interiore che rendeva difficile portare a termine i suoi progetti senza sacrificare il proprio benessere, come prendersi delle pause, ascoltare i propri bisogni fisiologici.

Mi sentivo come se ci fosse sempre un freno invisibile,” racconta Nina. “Ero capace di lavorare per ore, anche notti intere, dimenticandomi di mangiare o dormire, ma poi mi sentivo completamente esaurita. La minima distrazione poteva farmi perdere il filo e mi arrabbiavo con me stessa per non riuscire a essere ‘normale’.”

A 26 anni, dopo l’ennesima notte insonne e una crescente sensazione di frustrazione, Nina decise di rivolgersi al Centro Psicodiagnostico Italiano. Durante il percorso di diagnosi, scoprì di avere l’ADHD, una rivelazione che fu allo stesso tempo liberatoria e spaventosa.

Quando mi hanno detto che avevo l’ADHD, è stato come mettere insieme tutti i pezzi di un puzzle. Finalmente capivo perché mi sentivo così diversa dagli altri,” dice Nina. “Ma la diagnosi da sola non bastava: avevo ancora tante difficoltà da affrontare.”

Fu così che Nina iniziò un percorso di psicoterapia, fondamentale per imparare a gestire le sfide che l’ADHD le poneva ogni giorno. Grazie alla terapia, Nina ha imparato a riconoscere i propri bisogni e a prendersi cura di sé stessa.

Prima pensavo che prendersi delle pause fosse una perdita di tempo,” ammette Nina. “Ora so che ascoltarmi è il modo migliore per essere davvero produttiva. Ho imparato a dire ‘basta’ quando mi sento sopraffatta e a celebrare i miei successi, anche quelli più piccoli.

La psicoterapia non solo ha aiutato Nina a organizzare il suo lavoro in modo più sostenibile, ma le ha anche dato la forza di accettarsi e avere fiducia in sé stessa.

Ora mi sento finalmente in equilibrio. Ho capito che non devo cambiare chi sono, ma solo trovare il mio modo di funzionare,” racconta con un sorriso.

Oggi Nina continua a programmare per ore, ma lo fa rispettando i propri ritmi. È orgogliosa dei suoi progressi e racconta la sua storia per ispirare altre persone a non fermarsi davanti alle difficoltà.

Non c’è niente di sbagliato nel funzionare in modo differente,” conclude Nina. “Quello che conta è avere gli strumenti giusti per vivere al meglio.”

Se anche tu ti riconosci in questa storia o vuoi scoprire di più, contattaci. Il primo passo è conoscere meglio te stesso!

*Per garantire la riservatezza della protagonista, il nome “Nina” è stato modificato, pur mantenendo l’aderenza ai fatti reali narrati, in conformità alle normative sulla tutela della privacy.

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