neurodiversi

Neurodiversi al microscopio

Nel linguaggio comune, essere neurodiversi significa essere diversi rispetto alla norma. Ma di quale norma si parla?

Tra i funzionamenti neurodiversi si ritrovano condizioni come autismo, ADHD, dislessia, disprassia e disturbi del linguaggio. Ma cosa significa davvero essere neurodiversi? E cosa accade quando osserviamo la neurodiversità “al microscopio”, cioè con uno sguardo più approfondito e scientifico?

Che cos’è la neurodiversità

La neurodiversità si basa sull’idea che le differenze neurologiche siano una parte naturale e preziosa della variabilità umana. Proprio come la biodiversità arricchisce gli ecosistemi, la neurodiversità arricchisce le società, portando prospettive, capacità e modi di pensare unici.

Essere neurodiversi non significa “essere malati”, ma avere un cervello che funziona in modo differente rispetto alla popolazione generale.

Cosa vediamo al microscopio

Quando osserviamo il cervello di persone neurodivergenti da vicino, emergono differenze interessanti:

  • Autismo: maggiore connettività locale nelle aree cerebrali che elaborano i dettagli, e una diversa integrazione tra i vari network neuronali.

  • ADHD: alterazioni nei circuiti della dopamina che influenzano motivazione, attenzione e regolazione delle emozioni.

  • Dislessia: differenze nell’attivazione delle aree cerebrali deputate alla decodifica fonologica e alla lettura.

  • Disprassia: difficoltà nella pianificazione e nella coordinazione motoria, associate a connessioni neurali meno efficienti.

Queste caratteristiche biologiche non sono errori, ma varianti: possono creare difficoltà in ambienti che non sono progettati per accoglierle, ma anche offrire vantaggi cognitivi in contesti adatti.

I vantaggi della neurodiversità

La ricerca mostra che persone neurodivergenti possono eccellere in:

  • Creatività e problem solving specialmente nei campi artistici e tecnologici

  • Innovazione grazie a un modo di pensare “fuori dagli schemi”

  • Analisi dei dettagli ossia la capacità di osservare particolari che altri non notano

  • Iperfocalizzazione soprattutto quando l’interesse per un tema è molto forte

Qual è la vera sfida

Il problema non è la neurodiversità in sé, ma la mancanza di inclusione. I sistemi scolastici, lavorativi e sociali sono spesso pensati per un “cervello tipico”, e non lasciano spazio a chi apprende, comunica o si relaziona in modo diverso.

Conoscere la neurodiversità da vicino aiuta a creare ambienti più flessibili, dove ogni persona può esprimere il proprio potenziale.

Guardare il funzionamento del cervello neurodivergente al microscopio ci dimostra che il cervello umano non ha un solo modo “giusto” di funzionare. Esistono molteplici modi di essere intelligente, creativo o di relazionarsi.

L’inclusione può esserci solo attraverso il processo di conoscenza.

FAQ

Solitamente i problemi di sonno più diffusi sono la difficoltà nella fase di addormentamento e i risvegli notturni frequenti.

Le peculiarità del cervello ADHD sembrano essere connesse alla tendenza a pensare troppo, fenomeno appunto conosciuto come “overthinking”

Se si sospettano più condizioni, consigliamo di svolgere la diagnosi di neurodivergenze che consiste in un percorso appositamente pensato per chi riscontra alcune caratteristiche sia dell’ADHD sia dell’autismo. Scopri come funziona

Sì, è possibile. Scopri come

Come spieghiamo nell’articolo, i test online purtroppo non sono affidabili in quanto non hanno alcuna validità diagnostica. Per scoprire se sei neurodivergente devi rivolgerti a psicodiagnosti esperti in grado di effettuare una diagnosi corretta! Chiedi info qui

FAQ NEURODIVERGENZE

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