Plusdotazione e Intensità Emotiva
Pensare troppo, sentire tutto
Essere plusdotati non significa solo avere un alto quoziente intellettivo. Significa, molto spesso, vivere con una mente che corre veloce, che analizza tutto nei minimi dettagli, che collega concetti a una velocità sorprendente. Ma significa anche, per molte persone plusdotate, sentire ogni emozione in modo amplificato. In questo articolo esploriamo il legame tra plusdotazione e intensità emotiva, una combinazione spesso invisibile ma profondamente impattante sulla vita quotidiana.
Intelligenza e sensibilità: un binomio poco compreso
Nell’immaginario comune, la plusdotazione è associata a capacità logiche, abilità matematiche o talenti fuori dal comune. Eppure, molte persone plusdotate raccontano una realtà diversa: oltre alla rapidità mentale, vivono anche un’intensa reattività emotiva. Pensieri che non si fermano mai, riflessioni profonde, senso di giustizia esasperato, empatia quasi dolorosa. Tutto viene vissuto in modo amplificato.
Secondo la psicologa polacca Kazimierz Dabrowski, che ha studiato approfonditamente il concetto di “overexcitabilities”, le persone plusdotate tendono a sperimentare un’intensificazione delle risposte in cinque aree: intellettiva, sensoriale, emotiva, immaginativa e psicomotoria.
Questo significa che non solo pensano tanto e velocemente, ma sentono intensamente, si emozionano con facilità, sono suscettibili agli stimoli esterni e vivono una profonda vita interiore.
L’intensità emotiva nella plusdotazione
Questa iper-reattività emozionale può diventare una vera e propria sfida nella quotidianità. Un commento detto con leggerezza può essere vissuto come una ferita. Una scena vista al telegiornale può provocare giorni di tristezza.
L’entusiasmo per un’idea può portare a un coinvolgimento totalizzante, ma anche a frustrazione se non trova uno sbocco.
Le relazioni sociali possono risultare faticose, perché vissute con troppa intensità, oppure perché la persona plusdotata si sente “troppo diversa” dagli altri.
Spesso, chi vive questa condizione si ritrova a mascherare le proprie emozioni per non essere giudicato, o a reprimere la propria intensità emotiva per conformarsi.
Questo può portare a un senso di inadeguatezza, a difficoltà relazionali o addirittura a sintomi ansiosi o depressivi.
Plusdotazione e neurodivergenze: confini e sovrapposizioni
La plusdotazione rientra a pieno titolo nelle neurodivergenze, proprio per il suo impatto sul funzionamento quotidiano e sullo stile cognitivo ed emotivo della persona.
Come abbiamo raccontato anche nell’articolo “ADHD e ansia”, spesso le caratteristiche di una neurodivergenza si intrecciano con vissuti emotivi profondi e possono essere scambiate per altre condizioni.
In alcuni casi, una plusdotazione non riconosciuta può essere erroneamente etichettata come disturbo dell’umore o disturbo d’ansia.
È importante sottolineare che la diagnosi di plusdotazione non è un’etichetta, ma uno strumento per conoscersi meglio e per imparare a gestire l’intensità mentale ed emotiva in modo costruttivo.
Per questo motivo, se ti rivedi in queste descrizioni, può essere utile approfondire con uno specialista esperto di neurodivergenze.
Perché richiedere una valutazione?
Comprendere se si è plusdotati significa dare un nome a un vissuto spesso confuso, contraddittorio e difficile da comunicare. V
uol dire legittimarsi a sentire in modo diverso, ad avere un funzionamento particolare, e ad accogliere questa diversità come risorsa, non come difetto.
Nel nostro centro, ci occupiamo da anni di neurodivergenze, tra cui autismo, ADHD e plusdotazione, accompagnando le persone nel loro percorso di autoconoscenza.
Se ti stai chiedendo “a chi rivolgersi se si sospetta una forma di plusdotazione o autismo?”, possiamo aiutarti a orientarti.
Capire come funzioni e sfatare i falsi miti
ti aiuterà a esprimere il tuo potenziale senza farti ingabbiare dagli stereotipi. Creare un ambiente che valorizzi il tuo modo di essere è la chiave per vivere in equilibrio con te stesso e con gli altri.