twice exceptionality

Twice-exceptionality

Quando la plusdotazione coesiste con una neurodivergenza

Alcune persone, pur avendo un’intelligenza superiore alla media, vivono anche caratteristiche che complicano il loro percorso scolastico o professionale.


È il caso della twice-exceptionality, o doppia eccezionalità: una condizione in cui la plusdotazione coesiste con una neurodivergenza, come ADHD, dislessia, autismo o difficoltà emotive.

Spesso queste persone restano invisibili: troppo brillanti per essere considerate “in difficoltà”, ma troppo disorganizzate o impulsive per essere riconosciute solo come gifted.

Cos’è la twice-exceptionality

Il termine “twice-exceptional” descrive individui che mostrano alti potenziali cognitivi insieme a caratteristiche neurodivergenti.
Possono essere persone che:

  • ragionano in modo rapido e creativo,

  • ma faticano nella concentrazione (ADHD),

  • leggono lentamente nonostante una grande capacità di comprensione (dislessia),

  • hanno intelligenza brillante ma difficoltà sociali (autismo).

Questa combinazione crea un profilo complesso e unico, in cui forza e vulnerabilità convivono.

Il rischio dell’invisibilità

A scuola, molti bambini twice-exceptional vengono fraintesi.
Possono apparire disattenti, disorganizzati o svogliati, quando in realtà sono annoiati da un contesto che non li stimola a sufficienza.
Al tempo stesso, le loro difficoltà vengono spesso ignorate perché il loro QI elevato “compensa” agli occhi degli insegnanti.

Il risultato?
Nessuno dei due aspetti — né il talento né la difficoltà — viene davvero riconosciuto.

Come abbiamo visto anche parlando di Plusdotazione e frustrazione, la mancanza di stimoli adeguati può portare a noia, calo motivazionale e ansia.

L’esperienza emotiva del doppio profilo

Le persone twice-exceptional vivono un costante senso di disallineamento: pensano velocemente, ma faticano a tradurre le idee in azione.
Questo genera frustrazione, autosvalutazione e senso di inadeguatezza.

Emotivamente, sono spesso intense, sensibili e iperconsapevoli — caratteristiche comuni anche ad altre neurodivergenze come l’ADHD (ADHD ed emozioni: perché mi sento sempre “troppo”?) e l’autismo (Autismo e masking: vivere dietro una maschera sociale).

Trasformare la frustrazione in risorsa

La chiave non è eliminare la frustrazione, ma imparare a riconoscerla e canalizzarla. Con un contesto adeguato – scuole inclusive, ambienti di lavoro stimolanti, supporto psicologico – la frustrazione può diventare spinta verso nuove sfide e crescita personale.

Perché richiedere una diagnosi di plusdotazione

Capire perché richiedere una diagnosi di plusdotazione significa riconoscere i bisogni specifici che vanno oltre le abilità cognitive. Una diagnosi permette di leggere la frustrazione non come un difetto, ma come il segnale di un contesto che non valorizza a sufficienza il talento.

A chi rivolgersi se si sospetta plusdotazione

Se ti riconosci in queste descrizioni e ti chiedi a chi rivolgersi se si sospetta plusdotazione, la risposta è chiara: serve un’équipe specializzata in psicodiagnostica, capace di valutare sia le capacità cognitive che il funzionamento emotivo e relazionale.

Il Centro Psicodiagnostico Italiano offre percorsi di valutazione completi, pensati per adulti e ragazzi gifted.

La frustrazione è il segnale di un talento che non trova ancora lo spazio giusto per esprimersi. Conoscere la plusdotazione significa trasformare quel limite in possibilità.

Capire come funzioni e sfatare i falsi miti

ti aiuterà a esprimere il tuo potenziale senza farti ingabbiare dagli stereotipi. Creare un ambiente che valorizzi il tuo modo di essere è la chiave per vivere in equilibrio con te stesso e con gli altri.

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